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T-SHIELD DEFENSE: IL PUNTO DI VISTA DEL COMANDANTE ANDREA GIACOMINI


di Francescapaola Iannaccone

Nel centro urbano di Ravenna, la sicurezza è una priorità essenziale curata dal Comandante Andrea Giacomini e dalla sua squadra di oltre 200 operatori di polizia locale. La Polizia Locale di Ravenna si impegna a mantenere il benessere del territorio cittadino per i residenti, considerando che lo stesso è secondo solo a Roma in estensione. Andrea Giacomini, a capo di questo prezioso corpo di polizia, ci parla degli obiettivi principali della loro missione, che includono la sicurezza stradale, la protezione dei consumatori e il benessere degli animali. Ma il loro impegno va oltre: il Comandante Giacomini e i suoi agenti hanno seguito il corso T-Shield Defense, una formazione mirata a identificare possibili pericoli e garantire una protezione efficace del territorio e dei cittadini.

Comandante quali sono gli obiettivi principali che come polizia locale portate avanti?

I nostri obiettivi principali sono la sicurezza urbana, quindi la garanzia della vivibilità dello spazio urbano per nostri cittadini. Si lavora molto sull’ambito della sicurezza stradale, sul rispetto delle regole di viabilità, e siamo strutturati per operare su alcune funzioni di polizia amministrativa quali la polizia commerciale a tutela del consumatore, la polizia ambientale, operiamo su fronte del benessere degli animali che oggi è una branca in particolare espansione e nell’ambito della rilevazione degli incidenti stradali, dove forniamo servizio 24 ore su 24. Supportiamo le forze di polizia perché il nostro organico è particolarmente significativo, il prefetto, nell’esercizio della funzione di alto coordinamento delle forze dell’ordine sul territorio, si avvale della polizia locale quindi, questa stretta collaborazione, fa sì che anche l’ambito di controllo delle persone e della verifica - se ci sono soggetti di un qualche interesse operativo – è un contributo che anche la polizia locale fornisce.

Insieme con i suoi agenti, ha seguito il corso T-Shield Defense. Quali, secondo lei, i punti salienti?

Il corso fa parte di un processo di formazione che ha coinvolto gran parte del personale, soprattutto coloro che operano all'esterno, con l'obiettivo di imparare a riconoscere situazioni sintomatiche di potenziali pericoli, non solo di natura terroristica, ma anche minacce all'ordine e alla sicurezza pubblica, che possono derivare da individui motivati non solo da ideologie, ma semplicemente da persone estremamente pericolose, con intenti vandalici o inclini a causare situazioni di disturbo e perturbazione. Queste persone possono compiere attacchi sia contro il patrimonio del comune che contro le persone. La necessità di operare sul territorio ha spinto a fornire al personale ulteriori conoscenze, anche se tutti sono mediamente preparati per operare nell'ambito del controllo del territorio. Con il corso "T-Shield Defence", abbiamo voluto offrire ad una parte del personale più operativo, un grado più raffinato e qualificato di competenza in questo specifico ambito. Il personale selezionato per il corso è stato quello del nostro ufficio pronto intervento, insieme ad esponenti della polizia giudiziaria e altri funzionari responsabili del coordinamento in questa specifica area

Cosa, della proposta del corso di T-Shield Defense in ambito formativo, ha colpito di più lei ed i suoi agenti?

Il corso di "T-Shield Defense" si è dimostrato altamente pertinente alla realtà operativa e ha superato le aspettative legate al suo titolo, che potrebbe far pensare a una formazione per la prevenzione di atti terroristici, un concetto astratto nell'immaginario comune. In realtà, il corso si è focalizzato perfettamente sulla nostra quotidiana realtà territoriale, le nostre interazioni e le frequentazioni del territorio. Ha fornito al personale strumenti per riconoscere indicatori che possono emergere osservando i flussi circolatori, i comportamenti sociali delle persone che vivono negli spazi urbani e ha migliorato la comprensione del linguaggio non verbale dei soggetti con cui interagiamo abitualmente. Questi aspetti sono estremamente rilevanti per la nostra realtà quotidiana. Quello che più ha colpito è stata l'assoluta utilità e applicabilità delle nozioni apprese ai nostri strumenti operativi ordinari.

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La formazione del corso è stata di pura didattica oppure sono state svolte delle prove pratiche?

Il corso ha comportato una parte in aula tradizionale tra lezioni frontali e didattica e l’altra parte è stata dedicata ad esercitazioni pratiche, quindi con attività svolte proprio sul territorio. Il personale è stato autorizzato ad uscire ed operare senza essere riconosciuti come operatori di polizia proprio per facilitare l’esercitazione. È stato offerto loro la possibilità di applicare concretamente gli insegnamenti della prima parte del corso.

Secondo Lei quanto è importante oggi tenere questi tipi di corsi sulla difesa su tutto il territorio italiano?

Sono importanti nella misura in cui il nostro è un Paese altamente esposto alle minacce sia di tipo terroristico ma più in generale ai fenomeni di disordine sociale, alle minacce riguardanti la sicurezza pubblica. Poi, per ragioni di evoluzione, che in questo momento stiamo vivendo nella composizione della nostra società, con una quota sempre più significativa di immigrati che inevitabilmente introducono forme di integrazione che devono realizzarsi, ritengo sia importante per chi opera nell’ambito della sicurezza così come fa la polizia locale nei principali comuni d’Italia, avere una formazione di questo tipo, è necessario, soprattutto per corrispondere al fabbisogno del territorio in fatto di sicurezza del cittadino.

Qual è il rischio per il territorio italiano in materia di terrorismo e, in particolare, come agisce la polizia locale di Ravenna per prevenirne tali fenomeni?

Dare un giudizio della situazione dell’ordine della sicurezza pubblica non spetta a me perché c’è il prefetto della provincia che è l’autorità di pubblica sicurezza principale ed il questore che coadiuva un coordinamento delle forze di polizia, è però anche vero che Ravenna è un territorio molto esteso e nella sua recente esperienza, ha registrato un elevato numero di “foreign fighters” che sono stati tempestivamente identificati e rimpatriati. Il ruolo che la polizia locale offre, chiaramente, è un ruolo ausiliario, di supporto. Chiunque opera sul territorio, è una risorsa che può apprendere informazioni e convogliarle a chi, queste informazioni, le elabora e le sviluppa.

31-07-2023 09:19:04

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