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Sextortion: una truffa online da non sottovalutare


di Francescapaola Iannaccone

In un momento storico così difficile dove, a causa dei vari lockdown dei mesi precedenti, l’umanità è stata letteralmente “chiusa” tra le mura di casa, il numero delle ore trascorse davanti al computer, complice anche lo smart-working, è aumentato. Cambiato è stato anche il modo di relazionarsi con l’altro, attraverso le piattaforme digitali di Skype o Zoom (solo per citarne due), si è cercato di abbattere le barriere degli abbracci mancati. Di conseguenza sono mutati anche i rapporti interpersonali. Si è fatto un uso massiccio della digitalizzazione, stravolgendo anche le regole della comunicazione: la tecnologia è diventata lo strumento preponderante – lo è tutt’ora – per stringere legami. In questo contesto, inevitabilmente si sono create delle falle. I criminali informatici hanno trovato terreno fertile per le loro aggressioni. Una di queste, tra i vari #cyberattacchi, che ha visto coinvolti adulti e adolescenti, è stata la #sextortion o estorsione sessuale.

Un fenomeno che ha assunto tratti marcati, non ne è immune neanche l’Italia. Nella sua fattispecie, la #sextortion è la minaccia di diffondere in rete foto o video compromettenti, a sfondo sessuale, se il riscatto, chiesto in bitcoin, non viene pagato. Ma come ci si appropria delle foto o dei video delle persone che cadono, adescati, nella trappola della truffa? Qui entra in gioco l’incontro attraverso le piattaforme virtuali. Una volta che l’estorsore/cyber criminale ha ottenuto la fiducia della vittima, entrando in una sorta di relazione “pseudo virtuale”, si spinge la vittima ad inviare materiale fotografico e video dove appare nuda. Da questo momento in poi, una volta che si acquisiscono filmati e fotografie dal comportamento inequivocabile, scatta la richiesta di estorsione. Il truffatore procede poi al porno-ricatto. Viene richiesta una somma in denaro per non diffondere il materiale acquisito.

Può anche accadere che un utente/vittima riceva una e-mail - siamo nella sfera del #phishing - dove vi è la richiesta esplicita di denaro per non pubblicare e quindi diffondere online fotografie o video dal contenuto equivoco che la ritraggono. Delle volte questo materiale non esiste neanche.

Importante, rimane sempre denunciare alla Polizia Postale per fermare questo tipo di reato mettendo per un attimo da parte la vergogna ed il timore di essere giudicati. In più è necessario condurre ed incrementare le campagne di sensibilizzazione, soprattutto tra gli adolescenti, circa i pericoli della rete.

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